Regione Piemonte - Città Metropolitana di Torino

Cosa visitare

Archeologia

Riparo sotto roccia dell’Orrido

La Riserva Naturale Speciale di Chianocco (inserita nel Parco Orsiera – Rocciavré) unisce le bellezze vertiginose dell’Orrido ad un habitat particolare che ha consentito la sopravvivenza dei lecci mediterranei, mentre la prevalenza di rocce calcaree ha prodotto importanti effetti nel rapporto con l’uomo in diversi momenti dell’antichità.

I ripari sotto roccia, scavati dall’erosione dei torrenti, hanno ospitato insediamenti a partire dal IV millennio a.C., come all’Orrido di Chianocco, mentre grotticelle più piccole venivano utilizzate per sepolture dall’età del Rame alla media età del Bronzo (circa 3500-1500 a.C.).

Ai piedi del Rocciamelone, il fianco scosceso della Valsusa con esposizione a Sud si presenta oggi con prevalenza di superfici rocciose, radi pascoli e profonde gole scavate dai torrenti laterali.
Si segnala infatti l’Orrido di Foresto e le rocce di Caprie e Mompantero.


Arte Sacra

Cappella di S. Ippolito

Non si conosce la data esatta di costruzione di questa cappella cimiteriale, la cui datazione viene però riferita ad un momento precoce del romanico, nell’XI secolo forse in luogo di un piccolo tempio romano.

Costruita sul fronte Sud del cimitero del capoluogo di Chianocco, ne corona e sovrasta la cinta dall’alto del suo basamento, uno sperone roccioso che domina la vallata retrostante.

Questo monumento è caratterizzato da una stretta scaletta in pietra che dà accesso alla porta e dalle monofore ottenute da una sottile lastra monolitica.

Il ciclo affrescato è databile al XV secolo; collocati dietro all’altare, in due registri ancora leggibili, si torvano: la Crocifissione con Santa Caterina (La sua figura richiama quella dell’affresco della Cappella della Madonna delle Grazie a Foresto) e Santa Margherita, mentre nell’ordine inferiore si vedono S. Sebastiano, S. Antonio e S. Bartolomeo.

Curiosamente all’interno della cappella non resta alcuna traccia del martire romano alla quale questa è dedicata.

I temi raffigurati sono frequenti, in età tardomedievale, nel territorio piemontese e cari alla religiosità popolare: vi sono riunite figure di Santi guaritori per cui era viva la devozione.
S. Caterina e S. Margherita, per esempio, erano invocate, rispettivamente, per la protezione dai fulmini e dalle malattie, e per l’ausilio delle partorienti.

Non si conosce l’identità del pittore, ma l’iconografia ricercata e “internazionale” indica tuttavia che si tratta di un artista con un buon livello di cultura, che ha presente esemplari miniati quali si producevano nel ducato sabaudo nei primi decenni del Quattrocento.

È stata recentemente oggetto di un restauro conservativo sia per la struttura che per gli affreschi interni avvenuti dal 2001 al 2004.

S.Pietro Apostolo

Le origini molto antiche della chiesa sono testimoniate da documenti dell’XI secolo che la menzionano come già esistente. È infatti segnalata sia nell’atto di fondazione di S. Giusto (1029), che nella donazione di Cuniberto alla Prevostura d’Oulx (1065).
La chiesa venne poi distrutta da una alluvione nel 1694, dovuta allo straripamento del torrente Prebec e ricostruita nell’attuale sito, più in alto ed al sicuro, nel corso del XVII secolo, come ampliamento della cappella del castello.

Della chiesa più antica restano solo, parzialmente interrati, il bel campanile romanico e il perimetro murario. La struttura, interamente costruita in pietra, è alleggerita da tre serie di bifore in successione verticale.

È stata oggetto di un restauro conservativo iniziato nel 1998 e terminato nel 2002.


Ambiente

Riserva Naturale Speciale dell’Orrido di Chianocco

Derivante dal latino “horridum”, l’Orrido è, o dovrebbe essere, per sua natura, territorio aspro e terribile, selvaggio e pericoloso. Niente di tutto questo, l’Orrido di Chianocco è un ossimoro naturale: un orrido gradevolissimo e che non fa paura a nessuno, lo si capisce fin dalla sua denominazione: “èRiserva Naturale Speciale Orrido e Stazione di Leccio di Chianocco”.
La Riserva, istituita allo scopo di tutelare l’unica stazione sicuramente spontanea di leccio in Piemonte, si estende per 26 ettari nel territorio del comune di Chianocco.
Il leccio, una quercia sempreverde, è una pianta tipicamente mediterranea, in quest’area alpina è di certo una rarità, ma proprio qui ha trovato il clima adatto alla sua sopravvivenza.
Oggi i lecci presenti nella riserva sono una ventina, tutti arrampicati sulle pendici scoscese in prossimità dell’Orrido.

Situato nella parte terminale del torrente Prebec, l’orrido di Chianocco non è altro che un’incisione profonda una cinquantina di metri, scavata dal nostro torrente con un’opera d’erosione sulle rocce sottostanti, iniziata in periodo post glaciale che dura tuttora.

Questo luogo aspro, oltre a proteggere il leccio, offre un naturale rifugio a numerose varietà d’uccelli, circa ottanta, i più interessanti sono i rapaci diurni come la poiana, il gheppio o lo sparviero, che qui possono nidificare indisturbati.
In questo caso, il nome “Orrido” è molto distante dalla realtà di luogo affascinante e protettivo, casa ospitale per flora, fauna e in passato anche dell’uomo, come dimostra la caverna portata alla luce recentemente da un equipe di archeologi guidati dal dott. Aureliano Bertone.
La grotta scavata sulla parete sinistra della gola è stata abitata circa 5000 anni fa dall’uomo preistorico, sicuramente uno dei primi “chianocchini” che qui ha trovato terreno ideale per costruirsi la casa e vivere.

Un posto tutto da scoprire, che merita rispetto, attenzione, curiosità e solo dopo averlo visitato ci si rende conto che nella nostra Chianocco vi è un luogo dal nome terribile dove la natura ha dato “spettacolo”.

La gestione della Riserva di Chianocco è stata affidata al Parco Naturale Orsiera Rocciavrè.
La sede si trova a Foresto, in via San Rocco 2, 10053 Bussoleno (TO).
Tel +39 0122 47064 – Fax +39 0122 48383
E-mail: orsiera@libero.it


Fortificazioni

Casaforte

La costruzione risale al XII secolo ed è citata nei primi documenti come “Domus fortis”, posta sulla via che ripercorreva l’antica strada romana delle “Gallie”.
L’interesse storico artistico del monumento è quello di avere delle forme romaniche: gli edifici civili medievali sono, per la quasi totalità, posteriori alla metà del 1200 e sono in stile gotico, caratterizzato dalla presenza dell’arco a sesto acuto.
In questo invece si è conservato un esempio integro e completo di architettura civile romanica che ne fa un edificio assai raro e di grande interesse, unico, perlomeno in area piemontese, valdostana.
È una solida torre merlata dotata di poche e strette aperture, circondata da una cinta fortificata e protetta da una torre costruita a cavallo dell’ingresso, un piccolo complesso fortificato, costruito non tanto per la difesa degli abitanti ma per lasciare un forte segno sul territorio.
È stata oggetto a più riprese, di un restauro conservativo da parte della proprietà e si trova in eccellente stato di conservazione.

Per maggiori informazioni visita il sito della Casaforte di Chianocco www.casafortechianocco.it

Castello

Il Castello di Chianocco, conosciuto anche come Casaforte Superiore, è un edificio risalente al XIII secolo, costruito sulla destra orografica del Torrente Prébec; si presenta come una solida costruzione medievale con funzioni abitative, logistiche e militari.
Esso è definito “castello” impropriamente, perché in realtà è una domus munita, ovvero una residenza fortificata.
Questo castello è stato residenza estiva della marchesa Adelaide di Susa e del casato dei Biancamano, dai quali ebbe origine casa Savoia, tale circostanza è documentabile anche dai resti degli affreschi ancora visibili.
In un’ala del Castello vi è il Museo dei Vecchi Mestieri, fedele riproduzione animata in miniatura dei mestieri esercitati in Valle di Susa nei primi del ‘900 ed altri manufatti di interesse culturale e locale.

L’ala stessa è oggetto di un lavoro di restauro conservativo, finanziato in parte dalla Regione Piemonte, dal Comune di Chianocco e da Enti Locali.